(7 Lug 07)
Andrea’s version
Marco Pannella è un gran narciso. Va là? Uno insopportabile, prepotente, individualista, logorroico, eccessivo, provocatore, egoista, no, proprio egoista no, sembrerebbe anzi piuttosto generoso. Però è un Urano che divora i suoi figli, un Mangiafuoco, un cannibale, un politico dell’antipolitica, un antipolitico della politica, uno che sa, che calcola, che si compiace di parlare il francese meglio dei parigini, è un Gandhi fatto in casa, uno che innalza la Bonino e poi la stronca, che la riinnalza e la ristronca, Pannella è l’ultimo leninista, anzi, l’ultimo stalinista, o meglio, è peggio, perché è più ipocrita sia di Stalin che di Lenin. E’ uno che si fa come dice lui, punto e basta, che si è fatto un partito su misura, che lo comanda a bacchetta, che finge di lasciarti la briglia sul collo e al primo strattone ti lacera la bocca da qua a là. E’ un laico con inclinazioni iperlaiciste, un libertario dei miei stivali, un principe che quando vuole concede e che a capriccio toglie.
Va bene, sì. Ma avete una vaga idea di quanto possa polverizzarti i coglioni un Capezzone? P.S. Ogni promessa è debito.
Il Fondatore ha scritto su Baruch Spinoza: “Convivono nei suoi scritti un aspetto distruttivo e uno costruttivo”. Grande, grande, grande, ci torneremo.
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