Il gioco dei veleni

(5 Lug 07)

Augusto Minzolini
L’immagine è quella di un Paese impazzito. Non bastava la destituzione sbrigativa dell’ex comandante della Guardia di Finanza, generale Roberto Speciale, che ha denunciato di aver subito delle pressioni dal viceministro Vincenzo Visco per trasferire alcuni ufficiali della Guardia di Finanza. Né che il presidente del Consiglio desse comunicazione del cambio al vertice della polizia rispondendo ad un’interrogazione parlamentare. Ormai l’escalation su contrasti e sgarbi istituzionali è infinita: ieri il Csm ha approvato all’unanimità una risoluzione nella quale è scritto nero su bianco che il Sismi – quello “ufficiale” non quello “deviato” – schedava, raccoglieva informazioni, nei fatti, spiava, i magistrati che erano ritenuti scomodi per l’equilibrio politico della scorsa legislatura, cioè il governo di centro-destra. E questo quando le procure interessate alle gesta di Pio Pompa e soci, non hanno ancora tirato le somme delle loro inchieste.

Siamo di fronte ad un’altra enormità che lascia a dir poco allibiti. Se, infatti, l’accusa fosse fondata ci vorrebbero ben altri provvedimenti che non la risoluzione del Csm. Se, invece, non fosse verificata, o comunque, si ritenesse che non dovrebbe essere il Consiglio Superiore della magistratura ad accertarlo, l’uscita dell’organismo di auto-governo della magistratura sarebbe come minimo un atto destabilizzante dal punto di vista istituzionale: accusare un corpo dello Stato di tramare contro un potere dello Stato non è roba da poco.

Tanto più che per raggiungere l’unanimità al plenum del Csm si è arrivati ad una mediazione singolare tra i consiglieri di maggioranza e di opposizione: si è evitato di scrivere nella risoluzione che il Sismi “ufficiale” operasse su mandato del governo Berlusconi. «E’ la condizione che abbiamo posto – racconta il consigliere di opposizione, Gianfranco Anedda – per votare il documento». Per cui il Sismi avrebbe operato in proprio. Ergo il Sismi ufficiale sarebbe «deviato istituzionalmente».

Insomma, un mezzo Carnevale. Che se fosse stato per l’attuale governo sarebbe passato sotto silenzio. Non c’è stata nessuna presa di posizione ufficiale da parte di Palazzo Chigi, né da parte di qualche ministro. «Io ho una cultura industriale – è la battuta incline al sarcasmo del portavoce del governo, Silvio Sircana – e per me il Csm è il centro sperimentale metallurgico che è anche una cosa più seria». E non poteva essere altrimenti: gli accusati, cioè quelli che per alcuni sono «i demoni» del Sismi, ovviamente, ufficiale, non sono stati cacciati con ignominia dalle forze armate. Tutt’altro. L’ex capo dell’intelligence militare, Nicola Pollari, è finito al Consiglio di Stato. Mentre quello che alcuni descrivono come il «maligno», Pio Pompa, arruola militari al ministero della Difesa.

Così alla fine dalla parte del Csm si è ritrovata la sinistra massimalista. «La denuncia del Csm – ha dichiarato il vicepresidente della Camera Carlo Leoni – è un fatto allarmante per un Paese democratico». Mentre l’opposizione ha finito per mettere sul banco degli imputati il Csm. A dir la verità era partita con una certa cautela. «Per via delle rassicurazioni dei membri di opposizione del Csm – spiega Maurizio Gasparri -. Ma ho capito che Anedda si è un po’ rincoglionito».

Eh sì, perché è evidente il «gioco» della maggioranza: puntualizzare che lo spionaggio sui magistrati è stato organizzato dal Sismi “ufficiale” è un modo per tirare in ballo indirettamente il governo dell’epoca, cioè quello del Cavaliere. «Il comportamento del Csm – osserva l’ex ministro, Enrico La Loggia – è orribile. Questa vicenda è mille volte più grave di quella del generale Speciale». «Il Csm – gli ha fatto eco Fabrizio Cicchitto – travalica da tempo il suo ruolo istituzionale». Mentre per l’occasione Berlusconi, sia pure in privato, ha ritirato fuori qualche filippica contro i giudici: «Non sono i servizi – ha detto ai suoi – ma il Csm ad essere strutturalmente deviato. Persegue sempre una sola logica politica: quella di sparare contro di noi».

Ora in un Paese civile su questa vicenda si andrebbe fino in fondo: o la risoluzione di ieri è giusta e Pollari e Pompa, al di là delle conseguenze penali, dovrebbero essere messi alla porta da ogni incarico statale; o, altrimenti, è il Csm ad aver sbagliato. Invece, niente, Non succederà assolutamente niente. Tutti resteranno al loro posto. «In fondo – confida un ex ministro del Cavaliere – in un Paese in cui i primi ad esagerare nelle intercettazioni sono i magistrati, come fanno i servizi segreti a non seguirne l’esempio?».

Appunto, per usare un eufemismo, siamo alle logiche distorte: in un Paese in cui gli equilibri sono venuti meno, ci sono degli interventi “compensativi”, magari del Sismi “ufficiale”. Gli illeciti insomma si sommano. E’ l’andazzo del Paese. Il Csm continuerà ad essere una parodia del nostro Parlamento: con le sue correnti, i suoi partiti, i suoi scontri squisitamente politici. I servizi segreti saranno sempre messi alla sbarra: con tanti imputati e pochi colpevoli. E tutte queste contraddizioni alla fine si rifletteranno solo sul decoro delle nostre istituzioni.

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